Il giro di oggi ha interessato la Diga del Vajont, il prospicente Monte Toc e il Lago di Cadore al quale sono giunto dopo aver costeggiato per un lungo tratto il bellissimo fiume Piave. Con questo viaggio confermo anche il mio pensiero per cui l’utilizzo della bici e del treno risultano essere il miglior modo di movimento per un cicloturismo ad ampio respiro. La partenza è avvenuta dalla cittadina di Ponte nelle Alpi alla quale sono arrivato utilizzando il treno prendendolo da Pordenone e cambiando poi linea a Conegliano. La provinciale che da Longarone porta alla diga, non è eccessivamente trafficata e si può pedalare in tranquillità e lungo la stessa mi sono anche fermato al punto di entrata della Ferrata della Memoria, un itinerario su terra e roccia scalabile verticalmente con le apposite attrezzature lungo l’impressionante Gola del Vajont costruita in memoria della grande tragedia del 9 Ottobre 1963. Poco prima di arrivare alla diga si attraversano delle gallerie nell’ultima delle quali ci si può soffermare per ben vedere l’imponente e gigantesca struttura incastonata tra le montagne alta ben 262 mt. che infatti risulta essere ad oggi la settima diga più alta nel mondo, ma che nel 1960 quando fu terminata la sua costruzione risultava essere la più alta mai costruita. In breve la società SADE costruì la diga tra gli anni 1957 e 1960, su progetto dell’Ing. Carlo Semenza (che impiegò 30 anni per la stesura dello stesso), ma omise di presentare o falsificò gli studi geologici sulla non idoneità del bacino ad alto rischio idro-geologico. La variazione di pressione dell’acqua sul bacino artificiale che bagnava il il Toc fu la causa della sua frana. Crollando la montagna si generò un’onda alta ben 200 mt. che scavalcò la diga riversandosi nella valle del Piave e distruggendo in pochi secondi l’intera cittadina di Longarone e spazzando via i paesini di Erto e Casso antistanti la montagna del Toc. La diga invece non crollò, il che ne testimonia tutt’oggi la sua perfetta costruzione, che riusci’ a resistere a sollecitazioni 10 volte superiori a quelle calcolate e sperimentate durante la fase di costruzione. Nelle foto che ho fatto si vede benissimo la diga, la faglia del distacco della montagna e le casine inabitate e colpite dalla furia delle acque, rimaste a testimonianza di questo incredibile disastro nel quale morirono circa 2000 persone di cui 490 bambini. Nel visitare questi posti ho sentito il desiderio di pregare per tutte le innocenti anime volate in cielo per la cupidigia e cattiveria umana.
Dopo il Vajont sono ridisceso a Longarone e mi sono diretto a Calalzo di Cadore per vedere il Lago di Cadore percorrendo tutte ciclabili e provinciali costeggianti il soave fiume Piave e godendo dei panorami della valle. Da precisare che la diga del Vajont si trova a quota 800 mt. , il paesino di Casso a 932 mt. e Longarone a 430mt. e da qui si risale poi verso Pieve di Cadore e poi Calalzo per raggiungere quota 800 mt. I paesini di Pieve di Cadore e Calalzo sono anche il punto di partenza della Ciclovia delle Dolomiti che arriva fino a Dobbiaco passando per Cortina d’Ampezzo. Sosta mangereccia al Bar Paninoteca Jungle di Calalzo, con un ottimo panino di speck e formaggio e birretta per rinfrescare. Rientro in treno ovviamente attrezzato per il trasporto bici, dopo aver pedalato per 77 Km e aver fatto 1450 mt. di salite.
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